Le terzine dei versi immortali dell’Inferno della Divina Commedia vengono trasportate dai suoni profondi del contrabbasso e dai colori misteriosi, proiettati della “cappelliera magica” di Stefano Giorgi, che prendono forme diaboliche.
Il racconto del viaggio negli inferi di Dante
e Virgilio, dalla selva oscura al riveder le stelle, si fa musica e immagine, e il viaggio viene così condiviso con lo spettatore, in un processo immersivo, come in un sogno dal quale essere rapiti. Una combinazione tra musica, poesia, teatro e pittura, per condurre il pubblico tra la perduta gente…